Cosa serve per costruire una biopiscina: permessi, autorizzazioni e normativa

Le biopiscine e i biolaghi non vengono ad oggi contemplati nella normativa nazionale e non possono essere assimilati alle piscine convenzionali, in quanto non prevedono un sistema di disinfezione chimico o chimico-fisico. I permessi e le autorizzazioni possono seguire quindi un iter differente. E’ sempre necessario richiedere un’autorizzazione per la costruzione di un biolago o una biopiscina. Consigliamo sempre di informarsi bene prima di iniziare la fase di progettazione.
In questo articolo cerchiamo di approfondire al meglio la questione dei permessi e della normativa su biolaghi e biopiscine, differenziando tra contesto pubblico, ricettivo o privato. Se vi rimangono dei dubbi non esitate a contattarci!
Biopiscina e permessi: quando sono necessari?
Nel caso di biolaghi o biopiscine ci sono due vie: il permesso a costruire oppure la SCIA. Cosa cambia tra permesso a costruire e SCIA?
- Permesso di costruire: se l’intervento modifica in modo significativo la struttura esistente (per esempio, creando una piscina ex novo o ampliando quella esistente), sarà necessario richiedere un permesso di costruire presso il Comune di riferimento. La biopiscina spesso va considerata come una costruzione.
- SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): se l’intervento non comporta modifiche strutturali rilevanti si potrebbe optare per una SCIA. Questo documento attesta l’inizio dei lavori e ne garantisce la conformità alle normative, ma va verificato caso per caso con il Comune. Per la realizzazione dei biolaghi è quasi sempre sufficiente una SCIA.
La differenza tra biolago e biopiscina sta solo nell’aspetto estetico: mentre il biolago vuole imitare un invaso naturale, con forme organiche e molta vegetazione, una biopiscina ha un aspetto formale al pari delle piscine convenzionali. Il biolago può essere quindi realizzato impermeabilizzando direttamente lo scavo, mentre la biopiscina necessita di opere murarie di contenimento per la realizzazione di pareti verticali.
Questa differenza è sostanziale e per questo spesso per la costruzione di un biolago è sufficiente una SCIA mentre per una biopiscina è richiesto un permesso a costruire.
Autorizzazioni per una biopiscina: quali documenti servono?
Sintetizziamo qui la documentazione da fornire per ottenere l’autorizzazione alla costruzione di una biopiscina o biolago.
Per il Permesso di Costruire:
- Progetto tecnico dettagliato redatto da un professionista abilitato (ingegnere, architetto o geometra).
- Relazione tecnica sull’impatto ambientale e paesaggistico, se richiesto.
- Autorizzazione paesaggistica, se necessaria.
- Dichiarazione di conformità urbanistica.
Per la SCIA:
- Relazione tecnica e progetto firmato da un tecnico abilitato.
- Dichiarazione di conformità alle normative locali.
- Eventuali autorizzazioni paesaggistiche, se applicabili.
Oltre a questi permessi possono essere necessarie autorizzazioni per vincoli paesaggistici, idrogeologici o archeologici. La presenza di questi vincoli non preclude a priori la realizzazione dell’opera e va verificata presso il proprio Comune, che elencherà i documenti necessari.
Prima di avviare i lavori, bisogna ottenere il parere tecnico del Comune per verificare se la costruzione è conforme al Piano Regolatore Generale (PRG) e alle altre normative locali.
Quanto tempo serve per ottenere le autorizzazioni?
La SCIA è un’autorizzazione più blanda e permette di iniziare a costruire il giorno in cui si presenta la pratica, prima di aver ricevuto risposta positiva che avviene per silenzio-assenso entro 30 giorni. Lo svantaggio è che se se si dovessero effettuare controlli in cantiere e non dovesse essere approvata, potrebbe essere necessaria una modifica del progetto, un adeguamento della pratica o la richiesta di un permesso a costruire.
Il permesso a costruire segue un iter più lungo: l’approvazione avviene anch’essa per silenzio-assenso entro 90 giorni e non si può iniziare a costruire prima di quella data. Il vantaggio è che una volta approvata, il progetto è sicuramente realizzabile e non si rischia di doverlo modificare in corso d’opera.
Chi contattare per i permessi di una biopiscina?
Per ottenere i permessi in questione è sempre consigliato rivolgersi ad un professionista di fiducia che si interfacci con l’ufficio tecnico comunale e con la soprintendenza. Questi può essere un geometra, un architetto o un ingegnere. E’ comunque necessario che il progetto venga presentato e firmato da un tecnico abilitato.
Costruire una biopiscina su terreno agricolo
In linea generale, non è consentito costruire opere non direttamente funzionali all’agricoltura.
La costruzione di una biopiscina o un biolago potrebbe essere incompatibile con la destinazione d’uso agricola, a meno che non si dimostri che essa è funzionale all’attività agricola (ad esempio, per l’irrigazione o per finalità agrituristiche).
Quindi, se il terreno agricolo su cui si costruisce appartiene ad un agriturismo, non è necessario il cambio di destinazione d’uso e l’iter è più semplice.
I permessi e le autorizzazioni necessarie possono essere le seguenti:
- Cambio di Destinazione d’Uso;
- Permesso di Costruire o SCIA;
- Autorizzazioni Speciali per eventuali fini di ricezione turistica;
- Vincoli Paesaggistici e Ambientali (da verificare)
Biopiscine e vincoli ambientali: cosa considerare?
Per l’approvazione dei vincoli paesaggistici e ambientali, spesso un biopiscina o un biolago vengono accolti favorevolmente, al contrario delle piscine convenzionali. Questo è dovuto all’aspetto naturale degli impianti: la presenza di piante acquatiche e palustri è fonte di biodiversità e cambia l’inserimento paesaggistico. A favore giocano anche le colorazioni dei teli impermeabili che richiamano i laghi e i fiumi naturali (quindi evitando piastrelle e teli azzurri o bianchi).
Capita spesso che si opti per la realizzazione di un biolago o biopiscina proprio perché la piscina convenzionale non è compatibile con vincoli paesaggistici.
h3 Costruire una biopiscina senza permessi: rischi e conseguenze
Realizzare una biopiscina senza i permessi può portare a sanzioni amministrative, ordini di demolizione o multe. Inoltre, se il terreno è soggetto a vincoli, le pene possono comportare conseguenze penali. E’ molto importante seguire l’iter autorizzativo richiesto per la realizzazione presso il proprio Comune di appartenenza.
Normativa sulle biopiscine: cosa dice la legge?
Come detto in principio, le biopiscine e i biolaghi non sono (ancora) normati a livello nazionale. Per la loro realizzazione sono necessarie le autorizzazioni che abbiamo elencato nei paragrafi precedenti. Per quanto riguarda la balneabilità, la situazione non è molto chiara e bisogna differenziare tra strutture private, pubbliche o ricettive.
In Italia attualmente l’unico ente che ha normato le biopiscine è la Provincia Autonoma di Bolzano nel 2011, con la delibera 97: https://www.acquebalneabili.it/test/wp-content/uploads/2013/08/Delibera-974-2011-Provincia-di-Bolzano.pdf4:
Qui sotto cerchiamo di fare un riassunto della situazione, dividendo tra strutture private, ricettive o pubbliche.
Normativa piscine private
Il contesto privato non prevede ulteriori documentazioni rispetto a quelle già elencate. Non esistono infatti regolamentazioni sulla sicurezza o qualità dell’acqua all’interno della proprietà. Una volta ottenute le approvazioni necessarie alla realizzazione, si può fare il bagno tranquilli.
Un aspetto da considerare è la disponibilità idrica della rete durante il periodo estivo: in alcuni comuni è vietato riempire piscine e laghi da giugno a settembre e i consumi vengono monitorati. In tal caso sarà necessario utilizzare altre fonti come autobotte, cisterna di accumulo, acque piovane o di falda.
In sintesi, la documentazione necessaria per una biopiscina in ambito ricettivo è:
- Permesso di costruire o SCIA (a seconda dell’entità dell’intervento)
- Autorizzazione paesaggistica/idrogeologica/archeologica (se l’area è vincolata)
- Autorizzazione per il prelievo di acqua (se necessario)
h3 normativa piscine per strutture ricettive
Per strutture ricettive possono essere necessari, oltre alle autorizzazioni per la realizzazione, provvedimenti sulla sicurezza. Questi non sono sempre richiesti per i biolaghi, ma è comunque consigliato seguirli in ogni caso.
In particolare:
- Recinzioni e barriere protettive: È obbligatorio installare recinzioni o barriere di sicurezza per prevenire il rischio di incidenti, specialmente in presenza di bambini.
- Segnaletica di sicurezza: Devono essere presenti cartelli che segnalano i rischi e le regole d’uso e la profondità dell’acqua.
- Se la biopiscina o il biolago sono più profondi di 1,40 m, è obbligatoria la presenza del bagnino.
In alcuni casi è necessario ottenere un parere sanitario dall’ASL locale che verifichi che la biopiscina rispetti i requisiti di salubrità previsti per le strutture ricettive.
In sintesi, la documentazione necessaria per una biopiscina in ambito ricettivo è:
- Permesso di costruire o SCIA (a seconda dell’entità dell’intervento)
- Autorizzazione paesaggistica/idrogeologica/archeologica (se l’area è vincolata)
- Autorizzazione per il prelievo di acqua (se necessario)
- Normative sulla sicurezza (recinzioni, segnaletica, sistemi di emergenza)
- Verifica della conformità urbanistica e ambientale
- Aggiornamento della licenza d’uso della struttura ricettiva (se necessario)
Normativa piscine pubbliche
Per piscine pubbliche intendiamo impianti aperti al pubblico ad uso collettivo. Purtroppo in Italia non si ha ancora grande esperienza fuori da Bolzano e le realizzazioni pubbliche sono molto poche e tutte con una storia differente. Proviamo ad elencare i punti chiavi dell’iter autorizzativo:
1.Permessi per la costruzione
La biopiscina pubblica ha bisogno di un’autorizzazione per la realizzazione dell’opera. Come descritto sopra, questi possono essere una SCIA o un Permesso per Costruire.
2. Autorizzazione Paesaggistica (se necessaria)
Se la biopiscina viene costruita in una zona sottoposta a vincoli paesaggistici, come aree protette o parchi naturali, sarà necessario ottenere un’autorizzazione paesaggistica.
3. Autorizzazione Ambientale
La biopiscina, pur utilizzando un sistema biologico per il trattamento delle acque, deve comunque rispettare le normative ambientali. In particolare:
Autorizzazione per la gestione delle acque: questo include il trattamento delle acque per evitare la proliferazione di batteri o altri agenti patogeni.
Autorizzazione per il prelievo di acqua: Se la piscina è alimentata da una fonte naturale (come un pozzo o un corso d’acqua), sarà necessario ottenere un permesso per il prelievo dell’acqua.
4. Autorizzazione Sanitaria
La biopiscina deve essere sottoposta a valutazione sanitaria da parte dell’ASL, che verifica che l’impianto rispetti le normative riguardanti la qualità dell’acqua, la salubrità dell’ambiente e la sicurezza sanitaria degli utenti.
5. Normative sulla Sicurezza
La sicurezza degli utenti è una priorità fondamentale per una piscina pubblica. Le normative sulla sicurezza delle piscine pubbliche stabiliscono obblighi precisi, che devono essere rispettati anche per una biopiscina:
- Recinzioni e barriere protettive per evitare l’accesso non autorizzato alla piscina e per proteggere bambini e persone vulnerabili.
- Segnaletica di sicurezza: Cartelli che informano sui pericoli, sulle regole di comportamento e sulle procedure in caso di emergenza.
- Servizi di salvataggio e sicurezza come la presenza di defibrillatori e personale qualificato di assistenza ai bagnanti.
In sintesi, i permessi necessari per costruire una biopiscina pubblica includono:
- Permesso di costruire o SCIA (a seconda della tipologia di intervento)
- Autorizzazione paesaggistica (se l’area è vincolata)
- Autorizzazione sanitaria da parte dell’ASL
- Autorizzazione per la gestione delle acque (trattamento, qualità dell’acqua, prelievo)
- Autorizzazione ambientale per garantire la tutela delle risorse naturali (VIA)
- Normative di sicurezza (recinzioni, salvavita, segnaletica)
- Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC)
- Certificato di agibilità e verifica finale di conformità
- Verifica della conformità urbanistica con il Piano Regolatore Generale (PRG)
- Normative regionali e nazionali applicabili
Conclusione: la progettazione di una biopiscina a norma
Una biopiscina o un biolago richiedono sempre autorizzazioni per la realizzazione. Il contesto è differenziato se si tratta di strutture private, ricettive o pubbliche. E’ sempre bene informarsi presso il proprio Comune prima di affrontare il progetto, meglio se tramite un tecnico di fiducia. Spesso la biopiscine segue un iter semplificato rispetto a una piscina convenzionale e può essere la soluzione per adempiere ai vincoli paesaggistici dove ci sono.